Un campione di umanità e di solidarietà senza farsene vanto.

L’umanità di Francesco Totti

Ambasciatore dell’Unicef, da sempre Francesco Totti si è occupato di migliorare la vita ai bambini in difficoltà, ovunque nel mondo. Tutta l’umanità del campione della Roma.

 

“Ho speso molti soldi per alcool, donne e macchine veloci, il resto l’ho sperperato” disse una volta George Best, coniando una frase destinata a diventare il cliché del grande campione tutto genio e sregolatezza. Francesco Totti ci ha ricordato, sul campo di calcio, un po’ lo straordinario attaccante del Manchester United degli anni Sessanta e Settanta, ma nella vita privata è stato un’altra cosa: una volta smessi gli scarpini, l’ormai ex capitano della Roma è sempre stato più il ragazzo descritto anche dalla presidente della Camera Laura Boldrini, “un campione di umanità e di solidarietà senza farsene vanto”.

Un ragazzo che, pur avendo ceduto al fascino di una Ferrari, ha sempre evitato di bere alcolici pur mantenersi in forma, e che da molti anni ormai è marito e padre di famiglia e che perciò ha spesso deciso di “sperperare” in altro modo: per gli altri.

Francesco Totti, vicino a chi ha bisogno di cure

Qualsiasi elenco di azioni benefiche fatte da Francesco Totti fuori dal campo nei suoi 25 anni di carriera rischia di risultare inevitabilmente parziale e incompleto, perché spesso si è trattato di beneficenza non ostentata, fatta in silenzio: ogni volta che qualcosa è venuto fuori, è successo perché è stato qualcun altro a raccontarlo.

Maurizio Costanzo ha svelato diversi anni fa, dopo aver lanciato una raccolta fondi a Buona Domenica per l’acquisto di un macchinario per la conservazione delle cellule staminali necessario per il trapianto di midollo osseo di alcuni bambini malati, che era stato proprio Totti a chiamarlo e dire “ci penso io”: il macchinario è costato 60mila euro e oggi si trova all’ospedale Santo Spirito di Pescara. Ma è l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma quello ad aver beneficiato di più, negli anni, del contributo di Totti: fondi per l’acquisto di macchinari, campagne di sensibilizzazione, ogni tanto qualche pomeriggio di svago e di sollievo offerto ai bambini ricoverati solo con la sua presenza.

Il numero 10 della Roma ha pagato anche le cure a una bambina di nome Chanel (proprio come sua figlia) in una clinica di Boston, negli Stati Uniti, malata di fibrosi cistica e conosciuta per caso, allo stadio prima di una partita: qualche tempo dopo, Totti e Chanel si sono incontrati di nuovo, per caso, in aeroporto, proprio direzione Boston. In quel caso era stata la mamma della bimba a pubblicare un selfie di ringraziamento su Facebook.

L’Unicef, le adozioni, le barzellette

Oltre alle iniziative private, Totti ha anche sfruttato la sua immagine per numerose campagne di sensibilizzazione. Dal 2003 è ambasciatore dell’Unicef (goodwill ambassador) nel mondo con il quale, negli anni, ha partecipato a campagne per i terremotati di Haiti e del Nepal, contro il bullismo e l’aids, per la liberazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione per adulterio nel 2006.

E in beneficenza ha donato anche tutti i proventi ottenuti dalla vendita dei suoi libri di barzellette, dall’esclusiva concessa a Sky per le immagini del suo matrimonio con Ilary Blasi, dai cachet percepiti per le comparsate televisive al Festival di Sanremo (per i terremotati del centro Italia) e al Grande Fratello.

E non è finita qui, perché nel 2009 ha anche adottato 11 bambini delle baraccopoli di Nairobi, capitale del Kenya. Perché proprio 11? Facile da intuire: “Una squadra di bambini è il sogno di tutti i genitori e sicuramente anche il mio, non potevo non adottarli tutti”.